3829 recensioni a vostra disposizione!
   
 
 

UOMINI E TOPI
(OF MICE AND MEN)
Film con lo stesso punteggioFilm con lo stesso punteggioFilm con lo stesso punteggioFilm con lo stesso punteggio
  Stampa questa scheda Data della recensione: 4 agosto 1992
 
di Gary Sinise, con John Malkovich, Gary Sinise, Sherilyn Fenn (Stati Uniti, 1992)
Non era forse evidente l'urgenza di riproporre sullo schermo il celebre, qualcuno dirà datato romanzo di John Steinbeck; oltretutto già tradotto per lo schermo una cinquantina d'anni fa da Lewis Milestone. Tutto nasce dal grande successo di un'iniziativa di Sinise: quella con la Steppenwolf Company che mette in scena (negli Stati Uniti ed in seguito al londinese National Theater) una riduzione di FURORE , interpretata dallo stesso regista e da John Malkovich.

UOMINI E TOPI, al quale pensano i nostri due dopo FURORE, sembra fatto apposta per essere ridotto per la scena: privilegio dei dialoghi che s'incaricano di far progredire l'azione, unità di luogo, d'azione e, praticamente (il romanzo dura da un venerdì ad una domenica) di tempo. Ma l'essenzialità di UOMINI E TOPI sembra anche fatta apposta per qualcosa di ulteriore: il modo di far cinema dell'autore di MILES FROM HOME. Poiché fondata su due qualità che gli sono assolutamente congeniali, la fedeltà e la semplicità.

In un'epoca nella quale si è molto più attenti ad un cinema che definiamo ormai post-moderno (quello dei fratelli Coen, dei Lynch o dei Tarantino che affidano il loro intervento ad uno sguardo ironicamente sottinteso; riferito iconoclasticamente, quasi amoralmente ad un genere codificato) queste caratteristiche arrischiano di essere fraintese. E liquidate comme pigri esercizi di stile: il che è avvenuto puntualmente con UOMINI E TOPI all'ultimo festival di Cannes. Ma ignorare il film di Sinise significare liquidare una lezione indimenticabile, quella di tutto il grande cinema americano che si riferisce a John Ford. Senso della composizione, costruzione drammatica, direzione d'attori: composizione elaborata e classica al tempo stesso, scrittura libera, eroi marginali, sono le tre basi essenziali del cinema di Ford. Puntualmente, esse sono ricalcabili sul film di Sinise.

John Malkovich (grande interprete teatrale di Pinter, di Williams, di Miller, di Shepard; poi potente protagonista cinematografico in KILLING FIELDS, con lo Spielberg de L'IMPERO DEL SOLE, l'Allen di OMBRE E NEBBIA e, soprattutto il Frears de LE RELAZIONI PERICOLOSE) è Lenny, il gigante ottuso che si trascina di fattoria in fattoria nella California degli anni della Depressione. Mentre Sinise è George, che gli è vicino come un fratello: e che cerca di consolarlo parlandogli del solito Sogno, caro ad ogni americano. Un ranch, nel quale terminare l'esistenza. Il gigante buono è incapace di controllare la propria forza: adora le cose morbide, come i cuccioli, i conigli, e le donne... Ed a George, al quale in questa storia di solitudini e di affetti sarà sfuggito il controllo di Lenny, non resterà che sopprimere - in un finale di straordinaria concisione - l'amico: prima che lo facciano gli altri.

Nessuno meglio di Bertolucci ha descritto questo gigante, interprete del suo TE NEL DESERTO: " John è, a modo suo, un personaggio della mitologia. Per me è un Centauro, con le sue cosce da giocatore di calcio, e la parte superiore del corpo che si affina fino a diventare quasi femminea. Un gigante che, al momento in cui la cinepresa si avvia, assume la leggerezza di un ballerino. " Ma se la presenza e l'attenzione per gli attori sono l'aspetto più evidente di UOMINI E TOPI, gli altri caratteri della lezione fordiana ne sono il motore determinante. La presenza della natura - sontuosa - non è mai sentimentale o decorativa: essa proietta il misero dramma degli individui verso l'assoluto. Una dimensione universale, una risonanza cosmica o, più semplicemente una bellezza bucolica che si contrappone perfettamente alla costrizione quasi claustrofobica con la quale sono inquadrati i personaggi: la felicità dell'ordine universale da una parte; e la disperazione, la miseria degli individui dall'altra.

Inquadrature essenziali, classiche, esemplari, che ricercano quell'ordine che tanto manca all'equilibrio (morale, sociale) dei personaggi. Durata del tempo all'interno di queste inquadrature: che detta non solo il ritmo del racconto, ma traduce la tensione drammatica che guida i personaggi. Da questa semplicità, da questa ricerca del rigore e dell'equilibrio classico all'interno di ogni singolo elemento espressivo, nasce la rivolta dell'autore e dei personaggi. Nei confronti della loro solitudine (quella dei due protagonisti, ma anche quella del bracciante negro, della donna del padrone, di ognuno che partecipi alla coralità dell'azione) ; e della loro emarginazione rispetto a quel Sogno americano a cui ogni immagine del film finisce per riferirsi.

L'ordine che presiede al cinema di Sinise non ha che uno scopo: sondare il disordine misterioso che governa l'idiozia gentile di Lenny. Ed interrogare le ragioni - altrettanto misteriose - che mutano l'innocenza in malvagità.


   Il film in Internet (Google)

Per informazioni o commenti: info@films*TOGLIEREQUESTO*elezione.ch

 
 
Elenco in ordine


Ricerca






capolavoro


da vedere assolutamente


da vedere


da vedere eventualmente


da evitare

© Copyright Fabio Fumagalli 2024 
P NON DEFINITO  Modifica la scheda